Santa Sofia s.r.l.
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1- Qual è la percentuale di export sul totale aziendale e in quali Paesi si concentra la vostra attività?

Santa Sofia esporta l’85% del totale aziendale, posizionandosi in 60 paesi nel mondo.
L’Europa rimane il bacino di rappresentanza, con Germania, Austria e Francia. Tuttavia negli ultimi anni abbiamo trovato riscontro e risultati ottimali nei paesi Scandinavi e Danimarca.

2- Dove si vende meglio e dove peggio e perché?

Tenendo in considerazione un rapporto equilibrato dove la capacità di vendita non viene penalizzata dalla concorrenza, i paesi asiatici e dell’Oceania sono un mercato vincente e in costante crescita. Dal punto di vista dei volumi e della ricettività del prodotto, i paesi Scandinavi rimangono invece al primo posto. Ciononostante, le difficoltà legate al monopolio e alla concorrenza che ne consegue rappresentano una sfida continua per le aziende.

3 – Cosa è cambiato e come stanno andando le esportazioni dopo i lockdown?

Rispetto al 2020, nel 2021 abbiamo potuto notare un netto miglioramento e quindi una buona ripresa. Infatti, l’anno si è concluso in positivo, con un + 25%.
Eppure, non si è ancora tornati ai ritmi del 2019 e ad una crescita vera e propria, a causa dell’aumento dei costi di trasporto che comportano un limite sia per il produttore che per l’importatore.

4 – Come pensate che il sistema vino debba ripartire? Quali devono essere le strategie e che aspettative avete?

Durante il lockdown abbiamo dovuto reinventarci e attuare strategie che potessero favorire un rapporto diretto con i privati, aumentando il lavoro sui social e la comunicazione, cercando di essere il più possibile “responsive” con i clienti e la forza vendita e facilitando l’acquisto grazie al sito e-commerce e le consegne a domicilio gratuite.
Oggi, invece, siamo convinti di dover dare sempre più supporto ai nostri clienti, soprattutto del settore HORECA, incoraggiando i consumatori a ritornare a consumare fuori casa, cercando di trovare uno stile di vita in equilibrio tra quello pre-lockdown e le nuove abitudini che si sono create.

5- Come sono cambiati l’atteggiamento e l’interesse dei consumatori stranieri nei confronti del vino italiano?

Il consumatore straniero ha un atteggiamento sempre migliore nei confronti del prodotto vino in generale, soprattutto italiano. Negli ultimi anni si è iniziato a prestare maggiore attenzione a cosa si beve e l’acquisto è spesso condizionato da una ricerca e dalla volontà di vivere un’esperienza emozionale. Rispetto al passato abbiamo un cliente più esperto e informato, che vuole saperne sempre di più.

6- Avete un export manager – o più di uno – dedicato? Come lo avete selezionato?

Abbiamo due export manager in azienda, entrambi selezionati basandosi su un solo criterio: dovevano necessariamente essere delle tele bianche, senza esperienze precedenti che potessero influenzare il loro percorso a Santa Sofia e che potessero avere forte ambizione.

7- Ci racconti un aneddoto (positivo/negativo) legato alle sue esperienze all’estero.

Durante un viaggio in Giappone stavo parlando con un cliente di un nostro prodotto, il Soave DOC Foscarino. La conversazione sull’argomento è andata avanti per un bel po’ e alla fine questi ha concluso dichiarando la sua grande passione per i vini… rossi!